13 mar 2017

Il lago d'Aral

Ora vi parlerò del Lago d'Aral, situato alla frontiera tra l’Uzbekistan e il Kazakistan. Il suo nome deriva da una parola chirghisa che significa "mare delle isole" a causa delle numerose isole che erano presenti nei pressi della costa orientale, talvolta è chiamato anche
Mare d'Aral. Infatti, così come il Mar Nero e il Mar Caspio, è ciò che resta dell'antico oceano che, ritirandosi, ha generato i tre bacini. Il lago ha perso lo sbocco sul mare circa 5,5 milioni di anni fa a causa del sollevamento dei monti Elburz e del Caucaso combinato con l'abbassamento del livello del mare. Quindi oggi esso possiede due immissari, ma non ha emissari che lo colleghino all'oceano risultando dunque un bacino endoreico, ossia un bacino privo di emissari. Lunghi E’ accertato, invece, che nell'antichità avesse un emissario che portava tutte le sue acque fino al Mar Caspio e che fungeva da via navigabile collegata alla "via della seta".
Il Lago d’Aral è vittima di uno dei più grandi disastri ambientali provocati dall'uomo. Originariamente, infatti, il lago era ampio 68.000 km2, ma dal 1960 il volume e la superficie sono diminuiti: nel 2007 il lago era ridotto del 10% della dimensione originaria. A causa della sua posizione geografica infatti, è soggetto ad una grossa evaporazione che non è più compensata dalle acque dei suoi immissari, sfruttate dai consorzi agricoli. Il ritiro del lago inoltre ha causato anche il cambiamento del clima locale, con estati diventate più calde e più secche ed inverni più freddi e più. Nei primi del sessanta il governo dell'Unione Sovietica decise di prelevare, tramite l'uso di canali, l'acqua dei due fiumi che sfociavano nel lago nel tentativo di irrigare i vasti campi di cotone nelle aree circostanti e questo portò alla diminuzione delle acque portate nel lago e quindi anche al diminuimento delle acque nel lago. Gli ecosistemi del Lago d’Aral e dei suoi immissari sono stati quasi distrutti, soprattutto a causa dell'elevata salinità. Il lago, ritirandosi, ha lasciato scoperta una vasta pianura ricoperta di sale e di prodotti chimici tossici, ciò che resta dalle sperimentazioni di armi e dai progetti industriali.
Filippo Vitrani

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