Il papà della mia
nonna, cioè il mio bisnonno, ha sempre avuto molti poderi, uno di
questi
è Piaggia che poi ha ereditato mio nonno.
Quando
ero piccola mi ci portava sempre, ora che sono più grande non si
fida più di me perché beh…lo capite anche dal titolo.
Nell'orto
di mio nonno c'è un torrente, tutti lo chiamano solco anche se credo
che sia un po’ volgare, quindi preferisco dire torrente.
Comunque
la prima volta che ci cascai avevo 4 anni. Partii da casa con
gli stivali perché mia nonna non voleva che mi sporcassi le
scarpe, era Ottobre, mio nonno lavorava e io mi divertivo a
tirare i sassi nell'acqua. Dopo un po’ mi annoiai e mi venne in
mente di camminare sulle pietre, visto che avevo gli stivali e
l'acqua era presente solo in alcuni punti. Arrivai in un punto dove
le pietre erano a gradini, mi divertii molto anche se mio nonno mi
diceva "Torna su che cadi, ma soprattutto non andare su quella
roccia che c’è il muschio".
E proprio la frase “torna
su che cadi” mi fece sentire dentro un senso di impotenza, allora
mi venne ancora più voglia di salire sul sasso col muschio. Infatti
ci salii, mi divertito a guardare i girini sguazzare nell'acqua, ma
mi avvicinai troppo e cascai nell'acqua.
Mentre ero nell'acqua
mi sentivo come se fossi stata al calduccio sotto le coperte, era
bellissimo finché non aprii gli occhi, mi accorsi di essere
nell'acqua e pensai a tutti i luridi girini che mi giravano intorno. Ma il peggio arrivò quando pensai “E
se di notte vengono a nuotare qui con me anche i topi?” Allora sì
che mi tirai su dall'acqua.
Iniziai a chiamare mio nonno perché
mi aiutasse ad uscire dall'acqua.
Appena uscita mio nonno mi
accese un falò dove io asciugai me e soprattutto i vestiti. Appena
tornai a casa la mia nonna si arrabbiò e mi fece fare la doccia. Da
quel giorno mio nonno non mi portò in Piaggia per un bel po’.
Ci
ritornai a sei anni quando caddi di nuovo. Ero lì che guardavo
microscopici insetti che nuotavano nell'acqua, ero accovacciata
ma mi sporsi troppo, sempre più sempre più fino a quando cascai
facendo una capriola e rischiando di farmi male alla testa perché
c'era un sasso abbastanza sporgente. Mio nonno mi rimandò a
casa bagnata fradicia.
Da quel giorno non si fidava più molto
di e, ma lo convinsi, ci ritornai e fu l'ennesimo tuffo. Mio nonno mi chiese se gli riempivo l'annaffiatoio con l'acqua
del torrente; mentre scendevo i gradini che aveva fatto mio
nonno per prendere l'acqua scivolai e finii nel torrente con gli
annaffiatoi in testa. Tornai a casa e ormai mia nonna non si
arrabbiava più perché se lo aspettava.
A otto anni il nonno mi
ci riportò con mio cugino più piccolo Federico.M io
nonno lavorava e io e mio cugino tiravamo i sassi nell'acqua. Dopo
un po’ i sassi iniziavano a scarseggiare, allora mio cugino rimase
su ed io andai a prendere alcuni sassi nel torrente, ma appena mi
sporsi caddi nell'acqua, così io e mio cugino tornammo a casa.
Mio
nonno dopo tutte queste mie disavventure decise di metterci la rete
che c'è ancora oggi, sempre per il motivo degli annaffiatoi .
Susanna Tessandori